Interessante notizia in corso di pubblicazione in queste ore sui media mainstream: Cipollini investe una vecchietta mentre provava la bici nuova (Cipollini, non la vecchietta).
Tgcom ci informa doverosamente che l’anziana è caduta a terra.
Già.
Forse sarebbe stato opportuno dedicare un minimo di spazio ad un approfondimento in campo economico. Ne abbiamo trovati alcuni notevoli, senza particolare sforzo, uno di questi è una interessante intervista a Marc Faber su Bloomberg.
Faber: la crisi finale sarà la bancarotta dei governi
Marc Faber è noto per aver fatto uscire i suoi clienti dai mercati azionari una settimana prima del crollo dell’ottobre 1987. Inoltre nel 2007 aveva anticipato a Fox News l’attesa di una importante correzione di mercato.
Questi alcuni stralci dell’intervista.

[il caso di Dubai] ci ricorda che anche le nazioni possono fare default, quindi le aziende che sono percepite come “garantite dal governo” possono fare default.
Questo [il caso di Dubai] è un campanello di allarme che i mercati non hanno preso seriamente perchè vedono che ogni volta che c’e’ un problema le banche centrali arrivano e stampano più denaro. E quindi se c’e’ ancora debolezza, ci saranno altri pacchetti di stimolo.

Alla domanda del giornalista se Faber puo’ anticipare default sovrani o quasi-deafult nei prossimi 6m/anno, risponde così:

Nei prossimi 6 mesi o anno probabilmente no[n ci saranno] perchè [le nazioni] possono stampare denaro. Nel caso dell’eurozona ci sono nazioni deboli come la Grecia che possono scegliere di lasciare l’eurozona. Ma è possibile, immagino, che molti governi finiranno senza soldi, USA inclusi.

Altra domanda su Grecia, Lettonia, Irlanda e sui CDS, la cui impennata dei prezzi conferma i timori su questi paesi.
Faber:

Penso che inizialmente saranno salvate, ma, come ho detto, nella storia occasionalmente ci sono stati enormi default sovrani […] e quello che abbiamo visto è solo la punta dell’iceberg.
Abbiamo avuto crisi finanziaria nel 2008.
Abbiamo avuto quantitative easing e pacchetti di stimolo nel 2009.
Ma niente è stato risolto, solo hanno spostato in là [il problema].
La crisi finale non sarà solo la bancarotta delle banche e del settore finanziario come nel 2008, ma sarà la bancarotta dei governi.

Per gli anglofoni, ecco l’intervista completa (con un interessante parte sui rendimenti dei bond USA)

Bond americani e rivalutazione Nordcorea
A proposito di bond americani (a chiasso), crisis ha pubblicato ieri un interessante aggiornamento. Risulta che è emersa documentazione secondo la quale Hal Turner era sul libro paga dell’FBI.
Infine, ieri i mercati sono stati raggiunti dalla notizia della rivalutazione della valuta nordcoreana, avvenuta per legge promulgata dal regime. In sè la cosa non sarebbe un particolare vantaggio nè uno svantaggio: sia la svalutazione sia la rivalutazione hanno pregi e difetti come tutte le azioni di politica monetaria.
La cosa grave è che il governo ha imposto un limite alla quantità di valuta che è possibile convertire, ponendo di fatto un limite alla ricchezza della popolazione.
Chi s’e’ visto s’e’ visto, le persone pagano e il governo incassa silenzioso (i manganelli di gomma sono più silenziosi di quelli di legno).
Tra le possibili e probabli spiegazioni, la Corea del Nord ha finito i soldi e si è messa in tasca una buona fetta dei soldi dei cittadini.
Ehi, guarda, un dittatore in bici che scippa una vecchietta.

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