di

Massimo Mazzucco

 

Non poteva che finire così. Nel pieno rispetto delle regole narrative, anche l’operetta di Berlusconi si conclude nel modo in cui era iniziata: salito al potere con l’evidente beneplacito del Vaticano, è stata una Madonna, scagliatagli fisicamente in faccia, a siglare simbolicamente l’uscita di scena di questo triste saltimbanco della politica italiana.
Nell’episodio di oggi si racchiudono anche tutta la tristezza, la piccolezza e la provincialità dell’italietta nostrana: mentre in America si lanciano i Boeing contro le Torri Gemelle, noi al massimo tiriamo un Cessna contro il grattacielo Pirelli; mentre in America gli Obama si inventano travolgenti slogan come “Yes we can”, i nostri Veltroni gli fanno tristemente eco con un miserando “Sì, possiamo”; mentre in America i presidenti vengono eliminati con pallottole nel cranio, noi al massimo gli tiriamo Madonne in faccia.
Copiamo tutto, in piccolo, aggiungendo la tristezza della provincia alla tristezza dell’evento in sè.
In queste ore Internet è febbricitante di “entusiasmo” per il gesto compiuto, …
… che si illude di rivendicare anni e anni di ruberie a cielo aperto, di violazioni palesi della Costituzione, di danni ormai irreparabili al territorio e alla pubblica proprietà.
Ma la vera ironia rimane sempre la medesima: gli stessi bovini che lo hanno votato sono ora ridotti a “tirar Madonne” – in senso metaforico e non – per vendicarsi dei danni che loro stessi hanno scelto di procurarsi.
E questa profonda verità purtroppo rischia di venir dimenticata, nel momento dell’euforia popolare, a tutto vantaggio di quel potere che ancora una volta ci ha offerto il burattino di turno, e ora contempla felice il popolo che se la prende con la persona sbagliata.

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