DI

ABRAHM LUSTGARTEN
ProPublica

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per la prima volta uno studio scientifico ha collegato la trivellazione per il gas naturale e la fatturazione idraulica a livelli talmente alti di contaminazione dell’acqua potabile da farle prendere fuoco.

Lo studio peer-reviewed, pubblicato oggi su Proceedings of the National Academy of Sciences, servirà per dare una spinta al controverso dibattito sulla sicurezza della trivellazione e inizia così a riempire un vuoto informativo che ha reso difficile per i legislatori e il pubblico comprenderne i rischi.
La ricerca è stata condotta da quattro scienziati della Duke University. Hanno scoperto che i livelli di metano infiammabile contenuti nell’acqua potabile aumentavano sino a livelli di pericolo quando queste fonti d’acqua erano vicini ai pozzi di gas naturale. Hanno anche scoperto che il tipo di gas rintracciato a alti livelli nell’acqua era lo stesso tipo di gas che le compagnie energetiche stanno estraendo a migliaia di piedi di profondità, implicando in modo deciso che il gas potrebbe filtrare attraverso le faglie e le fratture naturali o provocate dall’uomo, oppure potrebbe provenire dalle crepe nella struttura del pozzo stesso.
“I nostri risultati mostrano la prova della contaminazione di metano nei sistemi di acqua potabile poco profondi in almeno tre aree della regione e evidenziano importanti rischi ambientali che riguardano l’esplorazione per lo shale gas in tutto il mondo”, afferma l’articolo.

Il gruppo ha testato 68 pozzi di acqua potabile nelle zone di perforazione di Marcellus e Utica nel nord-est della Pennsylvania e nel sud dello Stato di New York. Sessanta di questi pozzi sono stati testati per rintracciare il gaso dissolto. Mentre la maggioranza dei pozzi aveva del metano, i campioni di acqua presi più vicino ai pozzi di gas avevano un livello 17 volte superiore rispetto a quelli trovati nei pozzi lontani dalle attività di perforazione.
Il gruppo ha definito un’area di attività di perforazione entro il raggio di un chilometro, o circa 6 decimi di un miglio, dal pozzo del gas.

La concentrazione media di metano rintracciata nei pozzi d’acqua vicino ai luoghi di perforazione cade esattamente all’interno di una distanza che il Dipartimento degli Interni degli USA ritiene sia pericolosa e per questo richiede un’urgente “mitigazione del rischio” che si accordi ai risultati dello studio.

I ricercatori non hanno trovato prove che i prodotti chimici usati nella fatturazione idraulica abbiano contaminato i pozzi testati, smorzando per il momento alcune delle paure più forti degli ambientalisti e di coloro che si oppongono alle trivellazioni.

Ma erano anche allarmati da quella che stavano descrivendo essere una chiara correlazione tra l’attività di perforazione e le perdite di gas contaminanti sotto terra, un pericolo di per sé e una prova che esiste una via che permette ai contaminanti di risalire verso il suolo.

“Non ci saremmo aspettati di vedere una così forte correlazione tra la concentrazione di metano nell’acqua e i pozzi di gas nei dintorni, è stata una vera sorpresa”, sono le parole di Robert Jackson, un professore di biologia alla Duke University e uno degli autori del report.

La contaminazione da metano dei pozzi dell’acqua potabile è stata una comune lagnanza tra la gente che vive nelle zone presso le perforazioni in tutto il paese. Un indagine del 2009 svolta da ProPublica ha rivelato che la contaminazione da metano causata dalle trivellazioni era generalizzata, anche in Colorado, in Ohio e in Pennsylvania. In molti casi alcune abitazioni sono esplose dopo che il gas era filtrato nei loro scantinati o nelle tubature dell’acqua. In Pennsylvania un incidente nel 2004 ha ucciso tre persone, tra cui un bambino.

A Dimock, dove è stato svolta una parte degli studi della Duke University, i pozzi dell’acqua di alcuni residenti sono esplosi e la loro acqua può essere incendiata dai rubinetti. In almeno dodici casi in Colorado, l’indagine di ProPublica ha trovato che il metano era filtrato nelle fonti dell’acqua potabile che i residenti dicono essere state pulite fino a che non è stata avviata la fatturazione idraulica nei dintorni.

L’industria della trivellazione e alcuni ispettore dello Stato hanno descritto alcuni di questi casi come ‘aneddotici’ e hanno riferito che non sono connessi all’attività di perforazione o che si tratta di problemi isolati. Ma lo spessore delle scoperte della Duke solleva una serie di questioni su quanto inusuali e generalizzati possano diventare questi casi di contaminazione da metano.

Jackson ha detto a ProPublica: “Ciò indica che almeno nella regione che abbiamo controllato, c’è un problema più grande di quanto la gente non creda”.

Per quelli che vivono nel mezzo di questi problemi, lo studio è stata una vendetta da tempo attesa. “Non stavamo fumando. Quello di cui stavamo parlando era la verità”, ha detto Ron Carter, un residente di Dimock la cui acqua è andata peggiorando da quando le perforazioni sono iniziate nel 2008 e che è stata testata come parte dello studio. “Ora sono contento che almeno qualcosa ci può aiutare a dimostrare la nostra teoria.”

La presenza del metano nell’acqua potabile non è regolamentata e, anche se le ricerche sono limitate, si crede che non sia pericoloso da bere. Ma il metano è pericoloso perché se si raccoglie in spazi ristretti può provocare asfissia o può portare a un’esplosione.

Per determinare da dove provenisse il metano trovato nei pozzi testati, i ricercatori hanno eseguito un processo molecolare d’indagine, chiamato analisi isotopica. I campioni di acqua prelevati più lontano dalle zone di trivellazioni dei gas mostravano tracce di metano biogenico – un tipo di metano che può naturalmente essere presente nell’acqua per decadimento biologico. Ma i campioni presi vicino alle perforazioni avevano anche alte concentrazioni di metano termogenico, che proviene dagli stessi strati d’idrocarburi dove viene praticata la perforazione. Tutto questo – e il suo intensificarsi mentre si avvicinavano ai pozzi del gas – ha convinto i ricercatori del fatto che la contaminazione fosse collegata ai processi di trivellazione.

In aggiunta al metano, sono stati rintracciati altri tipi di gas, fornendo ulteriori prove che il gas è originato dai depositi degli idrocarburi situati nel sottosuolo e che era presente solamente nelle aree di perforazione attiva. L’etano, un altro componente del gas naturale, e altri idrocarburi sono stati rinvenuti nell’81% dei pozzi d’acqua vicino alle perforazioni attive, ma solo nel 9% nei pozzi più distanti. Il propano e il butano sono stati rintracciati in alcune zone di perforazione.

Lo studio ha notato che un miglio di roccia separava il fondo dei pozzi d’acqua superficiali dalle zone profonde fratturate per il gas e ha identificato diversi modi in cui i fluidi o i gas contaminanti possano muoversi in superficie. Le sostanze possono essere spostate dalla pressione del sottosuolo, possono viaggiare attraverso nuove fratture o connessioni alle faglie create dal processo di fatturazione idraulica, o potrebbero filtrare dai rivestimenti dei pozzi stessi in qualche posto vicino alla superficie..

La geologia in Pennsylvania e nello Stato di York, ci dicono, è sismicamente attiva con faglie e percorsi al di sotto della roccia. Hanno anche evidenziato che le perdite dal rivestimento dei pozzi potevano essere state la causa della contaminazione, ma ciò non spiegherebbe la fuga su lunghe distanze nel sottosuolo, che pensano “sia stata possibile a causa di sistemi estesi di fratturazione che sono presenti in queste formazioni e in molti pozzi più vecchi, trivellati, non sigillati e ora abbandonati.”

L’acqua è stata analizzata perché c’era il sospetto che alcuni fluidi pericolosi fossero migrati dall’interno dei pozzi di gas verso le fonti d’acqua. Il gruppo ha testato i sali, il radio e altre sostanze che, se rintracciate, avrebbe segnalato che l’acqua gas o i fluidi naturali provenienti dalle zone dei pozzi erano riusciti a percolare nelle falde. Ma questi fluidi non sono stati trovati.
Il gruppo non ha testato i prodotti chimici usati per il fracking come il benzene, utilizzando invece come indicatori i composti salini o radioattivi come il radio.

In un’intervista, Jackson ha riferito che era più probabile che fosse il gas a filtrare e non i prodotti chimici liquidi. In base ai dati delle sue scoperte, egli non crede che i prodotti tossici pompati nel terreno durante la fatturazione siano in grado di finire nell’acqua potabile così come può fare il metano.
Jackson ha anche affermato: “Non sono disposto a usare la parola ‘impossibile’, ma è improbabile.”

Il gruppo ha lavorato a lungo per pubblicare un libro bianco; Jackson e altri riconoscono l’incertezza sulla materia e spingono per nuove ricerche. “Spesso si ritiene che una contaminazione sia impossibile a causa della distanza tra il pozzo e l’acqua potabile. Anche se tutto questo sembra ragionevole nella maggior parte dei casi, dovranno essere fatti altri studi sul campo per confermare quest’assunto… Il comprendere quando quest’affermazione sia scorretta sarebbe molto importante – dove, quando e perché accade– per limitare i problemi con le operazioni di fatturazione idraulica.”

Un idrogeologo

molto vicino all’industria delle trivellazioni ha sollevato dubbi sullo studio. "È possibile, dando per buone le loro misurazioni, che tutto quello che hanno fatto è documentare le condizioni naturali della falda acquifera", ha detto John Conrad, presidente di Conrad Geosciences a Poughkeepsie, nello stato di New York. Conrad ha parlato con ProPublica dietro consiglio di Energy In Depth, un gruppo di sostegno all’industria della trivellazione, ma ha detto di non aver lavorato per EID.

Ha anche detto che il metano termogenetico – che molti scienziati ritengono venga dagli stessi strati profondi dove avviene la perforazione – potrebbe generarsi naturalmente. Ha anche detto che i ricercatori non hanno testato abbastanza i pozzi per supportare le loro affermazioni, sebbene non sappia dire quale sarebbe il numero appropriato di pozzi.

Conrad ha detto che la causa più probabile di contaminazione che è identificata dai ricercatori della Duke – ossia che il gas stesse filtrando dai rivestimenti difettosi dei pozzi – gli sembrava non plausibile.

"Per dare credito alla loro asserzione, ci dovrebbe essere molto di più che un occasione opera in cemento venuta male", ha detto. "Stanno implicando che, dove c’è una fatturazione idraulica, ci si deve aspettare un alto livello di metano. Noi siamo attenti ai difetti nei lavori in cemento. Ma non crediamo che siano comuni e di certo non crediamo che siano universali."

Lo studio della Duke ne ha preceduto uno nazionale dall’Environmental Protection Agency sui pericoli della fatturazione idraulica che ci si aspetta termini entro la fine di quest’anno. Lo scorso anno l’EPA ha scoperto che alcuni prodotti chimici noti per essere usati nelle fatturazioni erano tra i contaminanti rintracciati in 11 pozzi d’acqua potabile residenziali a Pavillion, Wyoming, dove negli ultimi anni sono stati perforati più di 200 pozzi di gas naturale, ma che l’indagine sta ancora continuando e gli scienziati non hanno concluso la contaminazione è collegata con la perforazione e la fatturazione idraulica.

La pubblicazione della ricerca della Duke University potrebbe immediatamente dare spinta all’intenso dibattito pubblico sulla trivellazione e la fatturazione idraulica, specialmente in alcune delle zone dove la ricerca è stata condotta. La Pennsylvania, nel cui territorio ci sono compagnie di perforazione responsabili per la contaminazione dell’acqua potabile entro i 1000 piedi dal pozzo, potrebbe considerare il fatto che i ricercatori della Duke hanno scoperto una contaminazione estesa fino a 3.000 piedi, secondo le parole di Jackson. Lo Stato di New York ha una moratoria per la fatturazione idraulica dei pozzi che vengono trivellati orizzontalmente – in quanto occupano un’area più vasta e richiedono una maggior quantità di prodotti chimici – fino alla fine di giugno per permettere una maggior valutazione dei rischi. “La vorrei estendere, almeno momentaneamente”, ha detto Jackson.

Anche il Congresso sta prendendo appunti.

"Questo studio fornisce una prova scientifica importante sulla contaminazione da metano e sui rischi che l’irresponsabilità della trivellazione del gas naturale può comportare per la fornitura di acqua potabile”, ha detto il parlamentare Maurice Hinchey, del distretto di New York. “Ci dà un’altra motivazione per avviare ulteriori studi sui rischi ambientali e della salute associati alla fatturazione idraulica."

Hinchey è uno dei pochi membri del Partito Democratico al Congresso che recentemente ha reintrodotto il FRAC Act, che chiede una comunicazione al pubblico di tutti i prodotti chimici usati nel sottosuolo. La legge, che sta in questo momento languendo alla Camera, rimuoverebbe un’esenzione nella legge federale che proibisce all’EPA di regolare la fatturazione idraulica.

9 Maggio: Questa storia è stata aggiornata per includere le informazioni fornite da John Conrad che sono state ricevute dopo la pubblicazione.

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ABRAHM LUSTGARTEN

Fonte: http://www.propublica.org/

Link: http://www.propublica.org/article/scientific-study-links-flammable-drinking-water-to-fracking

 

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da SUPERVICE