di

Antonio Miclavez

Egregio Ministro,
da anni ormai il bilancio statale viene gestito come fosse un bilancio aziendale. Per farlo quadrare, si segue la regola "più entrate e meno uscite" con i risultati che stiamo vedendo in Grecia, Portogallo, Spagna e Italia: un disastro programmato a tavolino per le Nazioni ma un lauto banchetto per le Banche ed i loro compagni di merende.
Uno Stato Sovrano, cosa che l’Italia non è ormai da anni, (lo è la Cina di oggi, con debito pubblico pari a zero) gestirebbe con ben altre regole il disavanzo pubblico:
– valuterebbe la grave rarefazione monetaria attuale nel settore industria-commercio;
– esercitando la Sovranità Monetaria, creerebbe il denaro necessario per far ripartire l’industria ed il commercio;
– aumenterebbe la spesa pubblica per ridistribuire i denari creati ed elargirebbe adeguati prestiti aziendali a costo zero.
Due mesi di tempo e la macchina ripartirebbe.
Confido che anche senza controlli doganali nei confronti di paesi low-cost, l’Italiano, senza più tasse da record ed il costo-lavoro più alto d’Europa, riuscirebbe a ripartire e crescere serenamente.
Ma sappiamo che così non si vuole fare.
Qualcuno insinua che sia troppo forte la presenza delle banche nei Governi per varare le leggi necessarie a cambiar le cose, per cui invece di insistere con questa noiosa lamentela da "no global", Le chiederò di rispondermi ad alcune questioni, da bravo commercialista quale è Lei, considerando paradossalmente il Bilancio Nazionale come un Bilancio Aziendale qualunque.

Come Lei sa, c’è una voce particolare nell’Azienda Stato, che riguarda gli interessi sui Titoli di Stato, (il famigerato Debito Pubblico che attualmente è di 1.900 miliardi), e che oggi incidono per circa 85 miliardi l’anno.
Il Bilancio Statale sarebbe in utile prima di mettere in "dare" tali 85 miliardi. Solo che tagliare le pensioni sotto i 700 € mensili per tagliare le spese non mi sembra affatto una buona idea, mentre eliminare tale cifra, equivalente ad un paio di Finanziarie, danneggerebbe solo le Banche. Ma le danneggerebbe non togliendo loro qualcosa che hanno dato, bensì togliendo un utile sperato.
Immagino che Lei prediliga i vecchietti pensionati alle Banche, perciò La invito a seguire questo mio ragionamento. Mi corregga pure se sbaglio.
La massa monetaria equivalente al Debito Pubblico di 1.900 miliardi è stata creata dal nulla dalla Banca Centrale Europea (BCE) e viene data in uso allo Stato in cambio della cessione temporanea (diciamo per un anno in media) di 1.900 miliardi di Titoli di Stato emessi, appunto, dallo Stato.
La BCE offre tali titoli al miglior offerente (al 90% banche), promettendo in cambio alla scadenza gli utili dei "cedolini" di tali Titoli di Stato. Tali utili saranno pagati dai cittadini con le tasse, e lo Stato che li incasserà li farà avere a chi ha imprestato i 1900 miliardi per un anno, ovvero, per il 90%, alle banche, che come sappiamo, non rischiano nulla, in quanto scrivono cifre in un software bancario senza dare in cambio garanzie.
Scopriamo insomma che lo Stato, invece di crearsi il suo denaro dal nulla a costo zero e senza interessi come farebbe uno Stato Sovrano, se lo fa prestare dalle banche a cui paga interessi (nel caso della Grecia del 15,5%).

Standard&Poors, compagni di merende dei banchieri, accorciano l’agonia degli Stati caduti nella trappola tagliandone il rating, ovvero facendo pagare più interessi su tali cifre scritte senza garanzie in un software bancario. Unica soluzione degli Stati-vittima per pagare rapidamente i debiti è svendere i propri cespiti.
Il target finale di questa megatruffa mondiale è infatti l’appropriazione step-by-step delle Nazioni con l’eufemismo delle privatizzazioni. Eni, Iri, Autovie, Telecom, Pireo, Bankitalia, Altare della Patria, Torre di Pisa… tutto fa brodo. Ciò che conta è possedere tutto, ed averci come schiavi, a stipendio, proprietari di nulla.
Da buon padre di famiglia quale Lei certamente è, perché non cerca di trovare finanziamenti a migliori condizioni? Perché non esige che lo Stato italiano eserciti la sovranità monetaria emettendo esso stesso i 1.900 miliardi ed abbattendo così il fardello del Debito Pubblico in un istante? Ah, pardon, Maastricht e Lisbona non lo prevedono, capisco. Contro i poteri forti non si può far nulla, ormai la frittata è fatta, dobbiamo accettarne passivamente le conseguenze e lodare chi firmò tali trattati vergognosi.
Però un modo, gentil Ministro, forse c’è. Ma intanto mi lasci spendere due parole sul famigerato Debito Pubblico.
Negli anni passati tale Debito è sempre e solo aumentato: negli ultimi 4 anni, addirittura di circa 100 miliardi all’anno. Che al Governo ci sia stata la destra o la sinistra (un mio amico chiama, per tal motivo, l’attuale compagine politica italiana"PUP – Partito Unitario Parassitario") è stato impossibile poterlo ridurre.
Come mai nessuno ha cercato di comprenderne la dinamica, e se l’ha fatto, perché non ha detto ai cittadini che il debito pubblico è matematicamente (per sua natura) impagabile se lo Stato non crea i propri soldi? Perché nessuno ci dice che tale Debito Pubblico sparisce riappropriandoci della Sovranità Monetaria?
Il Debito Pubblico è oggi pari a 1.900 miliardi, e corrisponde a tutta la massa monetaria creata col sistema, chiamiamolo primario, di creazione di denaro da parte delle Banche Centrali che accettano come collaterale i Titoli di Stato.
Per azzerare tale Debito Pubblico bisognerebbe creare altri 1.900 mililardi di Euro, che nella situazione attuale di cessione di Sovranità Monetaria ad un sistema bancario totalmente privato, vorrebbe dire creare ulteriori Titoli di Stato per 1900 miliardi, portando il Debito pubblico a 3.800 miliardi.
Come vede, gentil Ministro, il Debito Pubblico è attualmente matematicamente impagabile, ed è per questo che in tutte le nazioni, che sia l’Italia, la Francia, la Spagna o la Russia, il Debito Pubblico prima o poi viene ricusato, ovvero annullato.
Le manovre finora adottate da Lei e dai suoi stimati predecessori non hanno arrestato il trend di aumento del Debito Pubblico, ma hanno impoverito i cittadini e svenduto lo Stato. E quest’ultima bordata di Agosto, gentile Ministro, ha superato i limiti della decenza.
La mia prima domanda è quindi: intende azzerare il Debito Pubblico, e se si, come e quando?
La seconda domanda è: se non ha un piano per azzerarlo, perché non lo ricusa subito, prima di portarci le tasse ad un livello insostenibile e privatizzare il resto dell’Italia rimasto? Guardi che se viene svenduta ancora parte dell’Italia, e solo dopo si vorrà ricusare il Debito Pubblico, la colpa sarà di chi non avrà preso provvedimenti in tempo. Che ne dice?
Le ricordo, tuttavia, un piccolo particolare che potrebbe aiutarci ad uscire da una situazione che sembra impossibile.
Si ricorda le monetine di 2 Euro, quelle che Lei voleva venissero stampate in banconote qualche anno fa? Bene, questa è l’ultima Sovranità Monetaria che ci è rimasta. Ovvero, lo Stato Italiano le può stampare in una certa percentuale sulla valuta totale senza per questo emettere titoli di Stato.
Ho calcolato che un metro cubo di monete da 2 Euro sono circa 1.5 milioni di Euro. 666 metri cubi = 1 miliardo di Euro = 20 vagoni di treno.
Tra parentesi, l’amico Marco Saba ha chiesto alla BCE quanto denaro avesse emesso negli anni, ottenendo come risposta che non lo avrebbero detto (ergo, o non lo sanno o non lo vogliono dire).
Comunque, non abbiamo un valore a cui attenerci per parametrare la quantità di monetine da 2 euro da coniare. Ovvero possiamo stamparne quante ne vogliamo.
Benissimo, allora abbiamo due soluzioni:
A – in Italia abbiamo circa 5500 Comuni con una media di 11.000 abitanti; ad ogni Comune lo Stato manda 2 cubi di monetine da 2 Euro al mese, per un totale di 36 milioni in un anno per Comune e 198 miliardi in totale. In tal modo rimettiamo in piedi i Comuni, dal momento che un Comune medio di 11.000 abitanti spende circa 36 milioni all’anno e i Cittadini verrebbero esentati dalle tasse per quel periodo, permettendo loro di riprendersi dalla difficile situazione attuale;
B – lo Stato manda 19 cubi di monetine al mese ai Comuni per un anno; in un anno, la cifra di 1.900 miliardi è stata creata. A questo punto, abbiamo i famigerati 1.900 miliardi e non dobbiamo interessi a nessuno. Risparmiamo 85 miliardi all’anno e siamo abbastanza capitalizzati per rilanciare l’economia. Ed ogni Comune medio si trova con 342 milioni in cassaforte.
Nella soluzione B, la più radicale, i Comuni si troverebbero a dover gestire una cifra pari a circa 31.000€ a Cittadino (oh, miracolo, da debitori del Debito Pubblico i Cittadini sono divenuti creditori), e possono decidere se darli alle Banche come creditrici del Debito Pubblico, o patteggiare il default, come si fa in tutte le situazioni fallimentari. Magari con un 10% ce la caviamo, e magari quel 10% sono i Cittadini veri che hanno investito in Bot.
A questo punto, con un semplice software bancario dal costo abbordabilissimo (500.000 € circa per tutta l’Italia, neanche 100 euro a Comune), i Comuni possono creare il proprio sistema bancario e diventare Comune-Banca, e prestare soldi ai Cittadini, chiaramente senza interessi. Eh già, perché oggigiorno gestire il denaro non costa quasi nulla, ed il Comune-Banca, si sa, deve solo pagare le proprie spese, non certo lucrare nè privatizzare.
Al Comune medio, dicevamo, bastano 38 milioni/anno per sopravvivere, che equivale ad un 10% circa del capitale creato. Quindi, l’unico prelievo che il Comune-Banca deve fare annualmente, è il 10% del capitale affidato.
Se si pensa al fatto che il Cittadino italiano è oggi sottoposto a 103 tasse diverse, che paga interessi su capitali, tasse, debito pubblico, oltre a multe, studi di settore, finanziarie, e poi si trova immerso in un’inflazione galoppante, mascherata da false statistiche, in uno Stato ormai privatizzato. tutto ciò fin qui riportato è di un’importanza fondamentale (nel 1970 non ci avevate detto che le autostrade sarebbero state gratuite dopo averne pagato 10 anni di pedaggi?).
Andando nello specifico, il Cittadino paga le "tasse" in vari forme e settori:
– in forma di tasse vere e proprie (103 tasse diverse comprese le tasse retroattive);
– in forma di interessi sul denaro bancario (il tasso di "usura" oggi è del 14.5% circa, ma negli ultimi anni il 95% delle Banche ha esercitato tassi davvero usurari; ne sa nulla Ministro?);
– in forma di interesse sul Debito Pubblico;
– in forma di inflazione, ovvero perdita di potere d’acquisto;
– in forma di multe e tagli alle pensioni.
Con il sistema da me proposto, Onorevole Ministro, con un 10% sul denaro circolante sistemiamo i bilanci, azzeriamo il Debito Pubblico, portiamo l’Inflazione a zero, e ricreiamo il circolante mancante. Che ne dice?
Se mi risponde dicendo che creerei Inflazione, pensi al fatto che non sto aumentando la massa monetaria, ma solo sostituendo 1900 miliardi a debito con 1900 miliardi a credito. La massa monetaria resta invariata.
Qualora, invece, Lei non volesse mettersi a coniare vagoni di monetine, Le propongo la via più semplice, coraggiosa e giusta, una soluzione per cui i Cittadini la ricorderanno come eroe e le Banche un po’ meno:
– il debito pubblico va ricusato, subito, domani;
– lo Stato italiano, non le banche centrali o commerciali, deve creare la sua "liquidità": 6.000 miliardi di Euro-equivalenti in formato elettronico e 1.000 miliardi in banconote. Con questi denari può creare credito alle aziende ed ai privati a costo zero. Chiaramente usciamo dall’Euro;
– tutte le banche si nazionalizzano, e quelle che rimarranno private si scontreranno con la politica monetaria di cui al prossimo punto;
– le banche fanno credito a costo zero. Le tasse vanno a zero. Privatizzazioni vietate. Baylouts (salvataggi nazionali di banche private) vietati. Il prelievo statale è del 10% sulla massa monetaria elettronica (per farlo basta uno stupido software bancario, non occorrono geni di finanza) e con tale prelievo lo Stato si mantiene. Se una banca ha 100 miliardi depositati, paga 10 miliardi all’anno allo Stato (voglio vedere chi vuole tenere soldi su proprio conto). Finalmente il denaro inizierebbe a girare, e girerebbe nell’economia;
– l’inflazione passerà subito a zero. Il denaro non deve rendere, ma neanche erodersi nel tempo (ricordi la "ruggine del denaro" deprecata da Rudolf Steiner). E per i furbetti che vogliono giocare in finanza: bene, che vadano nei casinò, ma che non danneggino l’economia vera con i loro traffici delinquenziali.

La ringrazio per l’attenzione.

Cordiali saluti,
Antonio Miclavez

 

Link