Il rapporto dell’incontro tecnico n.22 è un documento ufficiale del governo britannico del 3 settembre 2021, consultabile in lingua inglese nel sito governativo:

https://assets.publishing.service.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/1014926/Technical_Briefing_22_21_09_02.pdf?fbclid=IwAR0rmZT3KWnNdOrJHE5yUCPuS3gPbWcQG2Rg9_3tZzQz7iUu0GdLof9NQp0

Il quadro riassuntivo presente alle pagine 21 e 22 analizza i contagi, l’ospedalizzazione in emergenza ed i decessi dei casi di variante Delta del Sars-Cov2 dal 1 febbraio 2021 al 29 agosto 2021, divisi per stato di vaccinazione.

Su un totale di 492.528 contagi, 222.623 erano vaccinati e 219.716 non vaccinati. Certo, i vaccinati costituiscono la larga maggioranza e quindi dovrebbe essere normale riscontrare un numero di contagiati più alto se non fosse per il fatto che i tamponi vengono effettuati prevalentemente sui non vaccinati che non posseggono il green pass vaccinale. Senza contare che secondo quanto dichiarato dall’ISS, il 96% degli “immunizzati” sarebbe protetto dai ricoveri. Ciò significa che se fosse vero, solo il 4% dei vaccinati può finire in ospedale mentre i dati sui ricoveri smentiscono clamorosamente questi numeri. 

I vaccinati dunque, non sono affatto protetti dal virus come la propaganda insiste nell’affermare e lo ammettono persino le aziende farmaceutiche produttrici dei vaccini nei relativi fogli illustrativi.

Ma allora, a cosa serve realmente il vaccino se non protegge dalla malattia? La risposta ufficiale è che il vaccino rende l’infezione meno grave ma anche questa è una bufala.

Nel periodo in esame sono morte 1798 persone, di cui 1233 vaccinate e 536 non vaccinate.
Il 68,6% dei morti con il Covid-19, variante Delta, era vaccinato.
Si tratta di un dato incontestabile che demolisce il mito “anche se si prende, si prende in forma lieve”.

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