DI

TYLER DURDEN

 

Questa settimana in un’intervista alla CNBC, Jeroen Dijsselbloem, ex ministro delle finanze olandese e ex Presidente dell’Eurogruppo, ha dichiarato guerra al governo italiano.

L’establishment finanziario europeo è pronto a distruggere il sistema bancario e a  far implodere l’economia italiana. Come un boss della mafia, Dijsselbloem ha avvertito che l’Italia potrebbe trovarsi nei guai se non rientrerà entro le norme delle direttive di Bruxelles. Chiaramente, la sua affermazione era ammantata di linguaggio diplomatico:

“Se la crisi italiana diventerà una crisi più importante, imploderà principalmente nella stessa economia italiana … e non si diffonderà in Europa”, ha affermato.

“E’ per il modo in cui sono finanziate l’economia italiana e le banche italiane, che sarà un’implosione piuttosto che un’esplosione”.

Per un uomo della sua caratura è insolito sentire parlare pubblicamente dell’Italia come di un paese in posizione negoziale debole o con espressioni allarmiste. Non abbiamo mai visto niente del genere, nemmeno lontanamente, per cui possiamo solo pensare che la sua enunciazione abbia avuto il solo scopo di dare il via libera ai mercati finanziari per orchestrare un attacco contro le obbligazioni italiane e spingere così  il rendimento italiano verso l’alto.

I mercati avranno un loro ruolo, voglio dire, se guardiamo a quanto denaro avrà bisogno l’Italia per finanziare solo l’anno prossimo, parliamo di oltre 250 miliardi di euro, per rifinanziare parte del capitale del suo debito e anche, ovviamente, per i suoi nuovi piani di spesa. Quindi i mercati dovranno davvero guardare all’Italia in modo molto critico “.

Ha ricordato anche al governo italiano che le banche italiane sono un obiettivo sotto osservazione per le autorità finanziarie europee. Per destabilizzare l’economia di un paese, si devono prima rompere le ossa della sua spina dorsale, cioè delle banche.

“Ci sarà anche un ruolo per le autorità bancarie che, nel loro ruolo da supervisore,  faranno vedere cosa può succedere alle banche italiane. Abbiamo già visto scendere le loro valutazioni azionarie” ha detto Dijsselbloem con un sorrisetto.

Sotto la guida di Jeroen Dijsselbleom, la Grecia è stata tagliata fuori dal TARGET 2, il sistema di pagamento europeo, facendo in modo che nemmeno un singolo euro potesse essere trasferito all’estero per parecchio tempo, ma l’Italia non è paragonabile alla Grecia. Lo stato italiano da anni ha un avanzo commerciale ed ha performance migliori della Francia, perché le esportazioni italiane superano le importazioni e il paese non dipende da finanziamenti esteri per le sue esigenze. Ma l’ex presidente dell’Eurogruppo non vuole che i suoi colleghi di Bruxelles abbiano qualche ripensamento e , per questo motivo,  ha usato la sua intervista alla CBNC per far sapere loro come devono procedere.

“Guardando a quello che ( i governanti italiani) hanno messo sul tavolo, la commissione non ha davvero nessun’altra scelta che rimandarla indietro, cosa che – comunque – non è la fine del processo, ma solo l’inizio”.

“È piuttosto preoccupante, pensare che questo scontro ci sarà e, penso, che la commissione non avrà altra scelta che  prenderne atto  e accettare il confronto”.

Questa dichiarazione di guerra è stata innescata dalla proposta di questo bilancio italiano. Il deficit del bilancio italiano è strutturale e il debito pubblico ammonta al 130% del PIL. L’economia italiana è paragonabile a quella del Giappone. Entrambi i paesi sono caratterizzati da una contrazione del consumo interno e da un surplus delle esportazioni. Proprio come il Giappone, l’Italia ha una popolazione in declino. La domanda di beni immobili e beni di consumo sta diminuendo, quindi la produzione industriale dovrà alla fine decelerare.

Il governo italiano, appoggiato dalla sua popolazione, si rifiuta di sottomettersi alla finanza europea. Il fatto che la popolazione sia in calo e che il debito pubblico aumenti sono fattori inevitabili e questi fatti non devono essere un problema fino a quando il paese produce abbastanza per pagare le sue importazioni. E questo avviene solo perché gli italiani non hanno una  valuta propria e sono costretti a obbedire ai loro padroni di Bruxelles e ai banchieri di Francoforte. L’introduzione di una moneta parallela e il ritiro dall’euro sembrano una soluzione logica e storicamente non sarebbe originale. La Repubblica ceca e la Slovacchia, le repubbliche, che prima erano russa e iugoslava, precedentemente facevano parte di una unione monetaria, e quando si sono staccate ed hanno preso la loro strada, anche le loro valute si sono separate ed hanno sostituito quelle vecchie.

Jeroen Dijsselbloem ha detto alla CNBC che l’unica soluzione concepibile per l’Italia è chiedere denaro al Fondo Europeo di sostegno, benché sia chiaro che questo fondo non può risolvere tutti i suoi problemi. Alla fine, Jeroen Dijsselbloem ha azzardato la previsione che non ci sarà nessun bail-out per l’Italia perché “politicamente e finanziariamente” questo non accadrà.

“Non vedo sostegno, diciamo, nella eurozona  “Questi ragazzi sono completamente fuori strada – aiutiamoli” ha detto, aggiungendo che un salvataggio dell’Italia  “spazzerebbe via”  l’ European Stability Mechanism fund entro un paio di anni.”

Menzionando solo una possibile soluzione, il banchiere europeo invia a Roma il segnale che non verrà messa in discussione nessuna alternativa, che preveda un ritorno alla lira.

La dichiarazione fatta da Dijsselbloem alla CNBC è un ultimatum consegnato ai suoi Colleghi italiani. A Cipro, centinaia di piccoli investitori persero tutti i loro soldi quando  Dijselbloem era il capo dell’Eurogruppo.  Ora la cosa sembra ripetersi, più o meno allo stesso modo. La BCE vuole che Roma utilizzi il denaro di piccoli investitori, come i pensionati,  per salvare le banche italiane. Jeroen Dijselbloem è conosciuto per questi suoi modelli di bail-in ed ha anche  il coraggio di ammonire gli italiani:

“L’unico modo per uscire da questo  (la distruzione dell’economia italiana) è che l’Italia si renda conto e che i consumatori italiani e gli elettori lo comprendano (il crollo delle banche), e speriamo che con queste misure, la correzione dell’economia, cominci dall’interno. “

Ci chiediamo quali correzioni abbia in mente. La democrazia ha fatto il suo corso, gli elettori hanno già deciso, e secondo i sondaggi sono perfettamente d’accordo con il vice ministro italiano Matteo Salvini, la cui popolarità sta aumentando.

L’ex ministro olandese ha detto che le autorità europee non avrebbero nulla in contrario se avvenisse  un colpo di stato a Roma? O ha solo dato un consiglio a qualcuno per farla finita con Matteo Salvini?

Fonte 

Versione italiana a cura di comedonchisciotte.org, autore della traduzione Bosque Primario