di

Nicoletta Forcheri

 

Pubblico, pur non condividendola, l’opinione di Gilad Atzmos il quale afferma che Israele ha perso ed è destinato a perdere. Sarà vero nel lungo termine – forse- o dal punto di vista morale – di cui Israele non sa che farsene, ma per il momento non sembra essere il caso: Israele non si ritirerà mai completamente da Gaza di cui continuerà a sigillare i valichi per ricattare la Striscia, e continuerà ad esercitare un controllo su aria, terra e mare come ha fatto negli ultimi 21 mesi di assedio da quando Hamas è stato democraticamente eletto. Detenendo il coltello dalla parte del manico degli aiuti umanitari di cui Gaza ha bisogno. Senza parlare della dipendenza dallo shekel israeliano, e il debito dilagante che la guerra farà pendere su ogni cittadino di Gaza e i suoi discendenti, per la ricostruzione.

Last but not least, nessuno parla dei titoli di proprietà delle riserve di gas al largo di Gaza, uno degli oggetti del contendere dell’invasione (i petrodollari?) né del fatto che Ashkelon et Sderot, dove arrivano i razzi Kassim, sono due dei centinaia di antichi villaggi palestinesi presi e rasi al suolo dagli israeliani nel 1948, dove molti cittadini di Gaza aspettano di ritornare; o ancora del fatto che Hamas non sono normali terroristi, ma dovrebbero essere visti come resistenti; o del fatto che gli insediamenti israeliani continuano, la costruzione del muro e dei bantustan anche; nessuno solleva gli argomenti tabu del ritorno dei profughi palestinesi, dei confini del 1967, delle risorse idriche rubate.

In un certo senso pertanto Israele, con la faccia come il culo, sta vincendo la guerra mediatica nella misura in cui semina disinformazioe e i media abboccano. Del resto si è visto che né l’Europa né la comunità internazionale hanno voluto o hanno potuto fermare Israele e ciò avviene poco tempo dopo che un accordo di cooperazione è stato firmato tra Israele e l’Unione europea nonostante il voto contrario del Parlamento europeo.

Come mai tutti succubi di Israele? Semplice, essa è l’emanazione di un progetto rotshschildiano, della stessa matrice della conquista del Far West, di Astralia e Nuova Zelandia, del Sudafrica, e relativi stermini degli indigeni con tanto di creazione di riserve zoologiche. Il progetto rothschildiano del nuovo ordine mondiale è un progetto totalitario, dittatoriale, che ha bisogno di parecchi bacini di manodopera di caste/razze inferiori. Rispetto al nazismo, il nuovo ordine avanza anche con le armi di distruzione di massa della finanza globale, come il debito, gli strumeni finanziari, l’emissione monetaria in monopolio alla Fed/Bank Of England, così come royalties e brevetti. Nuovo ordine che non vuole assolutamente che gas, royalties e monete vadano alle razze/caste inferiori – pena il fallimento del progetto – e che devono continuare a servire da bacini di manovalanza a buon mercato, e rimanere eternamente debitori nei confronti del cartello.

Fonte: http://www.stampalibera.com