di

Nicola Sessa

 

Sospetti di corruzione e l’ingombrante presenza delle lobby farmaceutiche: la magistratura apre un’inchiesta

Cosa succede se anche una delle più nobili istituzioni viene colpita dal sospetto di corruzione? Se le indagini avviate dal procuratore di Stoccolma Nils Erik Schulz dovessero giungere a una conclusione nefasta, il primo effetto sarebbe il rivoltarsi nella tomba di Alfred Bernhard Nobel, il chimico svedese inventore della dinamite che istituì il Premio a lui intitolato, il secondo il discredito della più prestigiosa premiazione in ambito scientifico.

Il Nobel e le lobby farmaceutiche. Gli agenti svedesi della squadra anti-corruzione stanno lavorando sulla possibilità che il gigante farmaceutico Astra Zeneca possa aver influenzato la decisione della commissione del Karolinska Institute nell’assegnazione del Premio Nobel per la Medicina al tedesco Harald zur Hausen, meritevole di aver contribuito alla ricerca sull’Hpv, lo human papilloma virus, che può causare il cancro del collo uterino e, guarda caso, la AstraZeneca è detentrice del brevetto per i vaccini contro il virus: il profitto che deriverebbe dalla vendita di due farmaci, il Gardasil e GlaxoSmithKline Cervarix, raggiunge milioni e milioni di euro. Secondo l’impianto accusatorio, Bernard Fredholm, presidente della commissione che nomina i candidati al Nobel è stato, nel 2006, sul libro paga del colosso farmaceutico come consulente; Bo Angelin, membro della commissione dei 50 che elegge il vincitore, ha ugualmente servito per la multinazionale anglo-svedese. Le indagini del procuratore sono state stimolate dalla stampa europea che poneva la questione di un conflitto di interessi dal momento che la Astra Zeneca sponsorizza due società legate al Premio Nobel, la Nobel Media e la Nobel Web. Contratti da centinaia di migliaia di dollari che possono implicitamente influenzare le scelte della commissione.

Il viaggio in Cina. Un altro filone dell’inchiesta riguarda il viaggio e la permanenza in Cina, interamente a carico del ministero dell’Istruzione, di alcuni membri della commissione. Il governo cinese avrebbe chiesto informazioni sui criteri della nomina dei candidati e sull’attribuzione del Premio. È dal 1957 che uno scienziato cinese non si aggiudica il prestigioso Premio che Pechino, nella sua lotta di conquista, anche nel campo scientifico, vorrebbe vedere assegnato a uno dei suoi. I vertici della Royal Swedish Accademy of Sciences, sono seriamente preoccupati per la ricaduta che l’inchiesta potrebbe avere sulla integrità e il prestigio del riconoscimento accademico che ogni anno viene attribuito ai migliori ricercatori nel campo della fisica, chimica, medicina, economia, letteratura e a chi si sia particolarmente distinto nel garantire la pace nel mondo. Il Segretario permanente dell’Accademia Reale, Gunnar Oquist ha riconosciuto che il viaggio in Cina dei membri della commissione, i cui nomi non sono stati resi noti, sia stato "assolutamente inopportuno".

Polemiche e veleni. Non è la prima volta che il Premio Nobel viene attraversato da polemiche o scandali. Una delle più gravi colpe che viene attribuita all’Istituto è quella di non aver mai premiato, nonostante le cinque nomination, il grande leader indiano Mahatma Gandhi.
Nel 1995, il quotidiano russo Izvestia, gettò delle ombre sul premio per la Medicina a Rita Levi Montalcini sostenendo che Francesco Della Valle, direttore generale della Fidia avesse "sponsorizzato" l’assegnazione del Nobel alla Montalcini, perché ciò avrebbe comportato grossi profitti derivanti dalla vendita del Gronassial. Nell’affare avrebbe avuto un ruolo rilevante anche Duilio Poggiolini, all’epoca direttore generale del servizio farmaceutico nazionale e membro della Loggia P2.

Fonte: http://tuttouno.blogspot.com