L’agenzia spaziale ha annunciato una conferenza stampa per il 14 dicembre, per discutere della scoperta del telescopio Kepler, il “cacciatore di pianeti”

di

Ilaria Betti

GETTY IMAGES/ISTOCKPHOTO

La NASA ha annunciato un’eccezionale conferenza stampa, che potrebbe fornire delle risposte a grandi interrogativi su vita e mondi extraterrestri. L’evento, programmato per il 14 dicembre alle 19 (ora italiana), avrà come protagonista la nuova scoperta effettuata dal telescopio spaziale Kepler, il “cacciatore di pianeti”, lo stesso che dal 2009 compie osservazioni alla ricerca di mondi alieni.

Poco è stato rivelato sul contenuto: ciò che sembra abbastanza certo è che l’annuncio riguarderà la scoperta di nuovi esopianeti, ovvero mondi più o meno della dimensione della Terra che orbitano intorno alla loro stella e che potrebbero – o almeno questa è la speranza di molti – ospitare la vita.

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L’agenzia spaziale americana ha affermato che la scoperta è stata fatta grazie all’aiuto dell’intelligenza artificiale di Google, che ha permesso di analizzare i dati inviati sul nostro pianeta dal telescopio. A spiegare la ricerca saranno quattro ingegneri e scienziati, che prenderanno parte alla conferenza stampa: Paul Hertz, direttore dell’Astrophysics division al quartier generale NASA a Washington, D.C., Jessie Dotson, scienziata specializzata nella missione di Kepler, presso l’Ames Research Center NASA presso Moffett Field, California, Christopher Shallue, senior software engineer presso Google AI a Mountain View, California e Andrew Vanderburg, astronomo della NASA.

 

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A solleticare l’attenzione intorno a questo annuncio è proprio la possibilità che possa trattare argomenti da sempre affascinanti, come la ricerca di vita extraterrestre. Il telescopio Kepler è stato lanciato nel 2009 e, come riporta la NASA, è stato “specificatamente progettato per monitorare una porzione della nostra regione della Via Lattea e scoprire dozzine di pianeti simili alla Terra vicino o nella zona abitabile e determinare quante delle miliardi di stelle della nostra galassia posseggano pianeti”. Il suo funzionamento prevede dunque l’impiego di un fotometro che monitora costantemente la luminosità di più di 145mila stelle. I dati sono poi trasmessi sulla Terra, dove vengono analizzati in cerca di periodiche diminuzioni di luminosità delle stelle causate da pianeti extrasolari che transitano di fronte alla loro stella.

Nell’aprile 2013 il team di Kepler aveva individuato 2740 candidati pianeti e confermato altri 121, mentre nel gennaio 2013 un gruppo di astronomi dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics ha stimato dai dati di Kepler che nella Via Lattea risiedano “almeno 17 miliardi” di esopianeti simili alla Terra”.

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